Altri eventi, Linea ferroviaria Orte - Fara Sabina/Montelibretti - Fiumicino Aeroporto: vergogna quotidiana.


Per una volta sul nostro portale non pubblichiamo notizia di una festa o di una sagra, ma - forti della nostra personale esperienza - e sollecitati da tante persone che viaggiano regolarmente sulla linea ferroviaria Orte - Fara Sabina/Montelibretti - Fiumicino Aeroporto - vogliamo attirare l'attenzione sulle traversie quotidiane che è costretto a subire chi sceglie il treno per andare dalla Sabina a Roma e viceversa.

Non ci vogliamo soffermare sulle condizioni dei convogli, deturpati da persone prive di educazione e buonsenso, né sulla gestione a dir poco "fantasiosa" dell'aria condizionata (la mattina presto si rischia la polmonite, la sera, dopo dieci ore trascorse nei 40 gradi di Roma, funziona in media un bocchettone su sette..), non vogliamo nemmeno parlare della pulizia, fra bottiglie di birra rovesciate, sedili bisunti e pavimenti viscidi, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, evitiamo senz'altro di fare cenno alla sicurezza personale: chi viaggia avrà forse notato che da vari anni a questa parte incontrare un controllore che giri per i vagoni per farci sentire meno soli è un privilegio raro...sopratutto la sera dopo le dieci.

No, non parleremo di tutto ciò, e nemmeno delle interviste effettuate circa un mese e mezzo fa da una società incaricata da Trenitalia in merito all'efficienza del servizio: circa trenta domande telefoniche rivolte a passeggeri cui era stato richiesto il consenso la mattina in stazione.

Si faceva a gara per essere inclusi fra gli intervistati: "Forse stavolta potrò dire quello che succede ogni giorno a chi viaggia, qualcuno mi ascolterà e forse farà qualcosa per migliorare il servizio"...

Che delusione quando ci è resi conto che le domande vertevano all'80% sulla sicurezza dei viaggiatori…nel senso che ci hanno chiesto in tutte le salse se a nostro avviso ci viene fatto capire chiaramente che non dobbiamo attraversare i binari se non servendoci degli appositi sottopassaggi e sovrappassi: una questione certamente importante, ma forse un tantino secondaria e superata per chi viaggia in treno almeno una volta ogni due anni ed ha più di cinque anni compiuti.

Come dicevamo non vogliamo parlare di tutto questo, siamo un piccolo portale web non pretendiamo di cambiare il mondo.

Vorremmo parlare di un fenomeno che, misteriosamente, si ripete e si intensifica con puntualità degna di nota ogni anno, in concomitanza con l’arrivo della stagione calda.

Ci riferiamo all’accavallarsi sistematico di ritardi, soppressioni di corse, trasbordi fortunosi da un treno all’altro ed a tutto il corollario di disagi, malesseri, perdite di tempo (ovvero: perdite di vita, lavoro, soldi, benessere ecc.) che da qualche settimana a questa parte, come ogni anno, rendono più scomode e più tristi le giornate dei passeggeri.

Ora, soprassediamo sulle motivazioni che si trovano all’origine del fenomeno, sicuramente gli esperti sono già al lavoro da anni per comprenderle e rendercele note, soffermiamoci invece sulle modalità del fenomeno stesso, descrivendo una “giornata tipo”, a beneficio di chi di norma non viaggia in treno:

Roma Tuscolana, 16 luglio 2009

ore 17:30 circa – il primo treno atteso in direzione Fara Sabina – Orte è quello delle 17:35. Molti passeggeri aspettano sulla banchina.

ore 17:45 circa – una vocina flebile flebile da un altoparlante sembra dire qualcosa a proposito di minuti di ritardo che aumentano sempre più (la società si scusa per il disagio). La vocina dell’altoparlante, flebile, flebile, la sentiamo tutti perché da settimane il ritardo è così matematico da poterci rimettere gli orologi: pazienza, con questo bel calduccio almeno non ci raffredderemo!

Molti chiamano al telefono familiari, amici e colleghi per avvisare che faranno tardi.

Ore 18:15 circa – il treno arriva in stazione. Tutti chiamano al telefono familiari, amici e colleghi per dire che stanno partendo. Partiamo. Fa molto caldo.

Ore 18:20 circa – il treno arriva a Roma Tiburtina. Salgono altre centinaia di pendolari. Il treno non parte. Continua a fare molto caldo.

Ore 18:35 circa – Il treno è ancora lì, fermo sul primo binario. Qualcuno si innervosisce. Tutti chiamano al telefono familiari, amici e colleghi per dire che siamo fermi (domanda: quanto spende di telefono un pendolare?).

Fa sempre molto caldo. Qualcuno, soprattutto persone anziane, inizia a sentirsi un po’ male.

Qualcuno inizia a scendere, ad inveire, a correre verso il binario 4 dove, forse, c’è un altro treno pronto a partire.

Nessuna vocina però dice nulla.

Nessun capotreno, controllore, direttore, impiegato, facchino od inserviente passa ad illuminarci sul nostro futuro prossimo.

Ore 18:45 circa – scendiamo quasi tutti e sotto lo sguardo attento di vari poliziotti chiediamo – più o meno gentilmente – al capotreno se il treno ripartirà.

Capotreno:”No”

Passeggero: “Ah!”

Grazie per avercelo detto!

E, di grazia, quale treno partirà?”

Capotreno: “Quello sul binario 4”

Passeggero: “Ah!”

Grazie per avercelo detto!”

Ore 18:40 circa – Tutti corrono al binario 4 e salgono nell’altro treno (quelli che fisicamente riescono ad entrarci). Nessuna vocina dice nulla.

Ore 18:55 circa – Il treno parte. Tutti chiamano al telefono familiari, amici e colleghi per dire che stiamo partendo. Questa volta tace anche la vocina registrata automatica che si scusa sempre per “3 o 5 minuti di ritardo” all’interno dei treni, ma almeno stiamo tornando a casa, finalmente.

Questo non succede tutti i giorni.

Ma succede molto spesso, troppo, soprattutto d’Estate.

E succede anche di peggio. Ore ed ore “in ostaggio” su un treno, senza che nessuno si scomodi per spiegare almeno il motivo del disagio o per fare un pronostico in merito alla sua risoluzione (la vocina…).

Forse non volevamo parlare nemmeno di questo, ma di rispetto, una parola piccola che, in una vita fatta di ore, giorni, settimane, mesi ed anni assume ogni minuto che passa un peso maggiore, soprattutto per chi le proprie giornate le trascorre lavorando e paga sempre per i servizi di cui usufruisce.

Volete raccontare la vostra esperienza di pendolari sul treno metropolitano FM1?

Scriveteci all’indirizzo info@gosabina.com, utilizzando, per piacere, un linguaggio adatto anche alla fascia protetta, pubblicheremo i vostri scritti e cercheremo di dare visibilità al disagio quotidiano di chi ha scelto di non viaggiare in auto, ma utilizzando un mezzo più ecologico, il treno.

Giorgio Pace