Mostre, Torri in Sabina



Mostra Permanente di Arti e Mestieri e Civiltà Contadina

Fu il grande poeta romano dell’antichità, Publio Virgilio Marone, ad inneggiare con la sua opera Le Georgiche (33-29 a.C.) ai valori tradizionali dell’attività agricola intesa come autentica palestra di virtù civili e come espressione dell’ impegno del singolo a vantaggio dell’intera collettività. La “Mostra permanente di arti e mestieri e civiltà contadina” allestita presso il Vecchio Frantoio,in località Pozzillo di Torri in Sabina (RI). Ideata da Alberto Rossetti, con più di 600 pezzi esposti, offre al visitatore una interessantissima opportunità: quella di percorrere un viaggio ideale a ritroso nel tempo per osservare da vicino macchinari ed attrezzi agricoli, documenti, vecchi oggetti di uso quotidiano, tutti espressione della laboriosità ed inventiva umana per soddisfare l’esigenza primaria della nutrizione. E così troviamo perfettamente conservati modelli di macchine da fienagione, di motofalciatrici Laverda di tipo MF3S, aratri, erpici a maglie, trebbiatrici OM Brevetti Mais Suzzara (del ’40), falciatrici sempre di marchio Laverda trainate a buoi, aratri, macine, falci e falcetti, seghe, coltelli delle più diverse fogge e dimensioni, ma anche bottiglie, grammofoni, macchine da scrivere, esemplari di antichi libri contabili, attrezzi per la produzione dell’olio, e tanto, tanto altro...ogni pezzo con una sua storia da raccontare e con una suggestione da evocare. Che altro fare nella giornata? Senz'altro una visita alla Chiesa di Santa Maria della Lode a Vescovìo, un edificio romanico conosciuto anche con i nomi di "Cattedrale di Sabina" e "Santa Maria in Vescovìo", che si erge nella pianura dove era l'antica città romana di Forum Novum. Non potrà mancare in conclusione una felice sosta gastronomica in uno dei diversi locali di qualità della zona: tra tutti, per averla personalmente apprezzata, la trattoria "Il gusto in piazza" nel centro di Torri, a genuina conduzione familiare per la felice riscoperta dei più autentici sapori del territorio.

di Leandro Spadari