Michelangelo e Sebastiano del Piombo in dialogo grazie alla visione di Vittorio Sgarbi: dal 30 ottobre al 15 gennaio, la città dei Papi ospita i disegni per la Cappella Sistina del genio fiorentino e le tavole di uno dei più importanti artisti del Rinascimento, nella mostra Michelangelo e la Cappella Sistina. I disegni della Fondazione Casa Buonarroti in dialogo con Sebastiano del Piombo.
Tra il 1512 e il 1516 si può datare l’inizio della collaborazione fra l’artista toscano e il pittore veneto che, proprio in questo lasso temporale, realizza il suo capolavoro, la Pietà, che insieme alla Flagellazione di Cristo – entrambe di proprietà della città di Viterbo - e a uno scelto florilegio di disegni provenienti dall’istituzione fiorentina, compongono una delle più interessanti esposizioni del panorama culturale italiano attuale. La mostra, nata da un'idea dell’assessore alla Bellezza della Città di Viterbo Vittorio Sgarbi, a cura di Cristina Acidini e Alessandro Cecchi, rispettivamente Presidente e Direttore della Fondazione Casa Buonarroti di Firenze, prodotta e organizzata dal Comune di Viterbo e da Associazione MetaMorfosi in collaborazione con la Fondazione Casa Buonarroti di Firenze, consente di ripercorrere il lungo e complesso processo creativo di Michelangelo, chiamato a realizzare la decorazione della Cappella Sistina in due diversi momenti. Fra il 1508 e il 1512, egli realizzò l’impresa titanica della decorazione della Volta della Cappella Sistina che lo costrinse lavorare per mesi a testa in su, sdraiato sui ponteggi a ridosso della volta. Solo venti anni dopo completò definitivamente la decorazione della Cappella, realizzando il celeberrimo Giudizio finale sulla parete dell’altare fra il 1535 e il 1541.
Nella sezione dedicata alla volta della Sistina, l’esposizione porta in mostra una selezione di disegni realizzati da Michelangelo e poi confluiti nei cartoni per il trasferimento sul muro in previsione della pittura ad affresco. Si tratta di fogli che vanno da studi di singole membra, figure isolate di ignudi reggifestone, figure nelle più varie posizioni, con capolavori quali gli studi, in due fogli, per la Cacciata dal Paradiso terrestre della Volta.
La seconda parte dell’esposizione annovera disegni preparatori per il Giudizio finale, dallo studio d’insieme a quelli per singole figure, accompagnati, in chiusura, da copie antiche delle figure dei Dannati, a testimonianza di come il grande affresco fosse divenuto un testo di studio per generazioni di artisti.
In mostra anche un ciclo di incisioni a bulino, in dieci tavole, del mantovano Giorgio Ghisi, databile alla fine degli anni Quaranta del Cinquecento che testimonia la grande ammirazione suscitata nei decenni a seguire dall’opera e dei profondi studi che ne seguirono. Particolarmente interessante, inoltre, un’incisione di Francesco Barbazza su disegno di
Francesco Panini, figlio del celebre vedutista romano Gian Paolo, uscita dalla Calcografia Camerale romana testimonianza di come si presentasse la Cappella Sistina nel 1766.
«Non era mai accaduto che i due capolavori di Sebastiano del Piombo, conservati a Viterbo ed ora accolti in un nuovo allestimento nel Palazzo dei Priori, fossero messi a confronto con i disegni di Michelangelo di Casa Buonarroti, relativi alle due fasi della Cappella Sistina. L’accostamento è tanto più utile perché sul retro di una delle due tavole, la Pietà, si vedono alcuni disegni che è assai difficile attribuire all’uno o all’altro pittore, in quanto, come intuì il Vasari, essi esprimono un’unica visione ed un unico sentimento. Vasari non ama Sebastiano del Piombo, e lo riduce a un esecutore che si limitò a finire «con molta diligenza» una invenzione del maestro. Io credo il contrario: la forza del dipinto è nella sua Stimmung, nell’atmosfera notturna che è del pittore, dello scenografo. Ma, se non tutto il disegno, l’idea potente della Pietà risale alla plastica michelangiolesca. È un nesso evidente. E, ancora, l’energico Studio per l’Adamo della ‘Cacciata dal Paradiso’ e la Flagellazione di Viterbo indicano una identità di concezione, quella che, proprio nel disegno, unisce i due pittori», commenta Vittorio Sgarbi, mentre così si esprime il presidente dell’Associazione Metamorfosi, Pietro Folena: «Michelangelo e la Cappella Sistina. I disegni della Casa Buonarroti in dialogo con Sebastiano del Piombo” è una mostra voluta a Viterbo da Vittorio Sgarbi, che finalmente realizza un antico sogno che MetaMorfosi, insieme alla compianta Pina Ragionieri, allora Presidente di Casa Buonarroti, aveva coltivato: riunire in un’operazione di grandissimo interesse per gli studiosi, gli appassionati e per il grande pubblico, due geni assoluti dell’arte italiana legati da un particolarissimo legame di amicizia, di stima e di collaborazione che a Viterbo trova la sua consacrazione. Il merito di questa mostra imperdibile è di quindi quello di creare una scintilla tra il veneziano Sebastiano Luciani, detto poi Del Piombo, e Michelangelo attorno alla preparazione del capolavoro che lo ha consacrato definitivamente. Ringrazio quindi, oltre a Sgarbi, la Città di Viterbo, e la Fondazione Casa Buonarroti per la disponibilità dimostrata. L’autunno-inverno del 2022/2023 offre così davvero un’irripetibile esperienza culturale nel meraviglioso capoluogo della Tuscia».
Programma dell’inaugurazione:
Domenica 30 ottobre 2022:
ore 12.30 presentazione della mostra.
Intervengono Chiara Frontini (sindaco di Viterbo), Vittorio Sgarbi (assessore alla Bellezza della Città di Viterbo), Pietro Folena (Presidente Associazione MetaMorfosi), Cristina Acidini e Alessandro Cecchi (rispettivamente Presidente e Direttore della Fondazione Casa Buonarroti di Firenze e curatori della mostra).
Ore 15.00 apertura al pubblico