Libri, Madrigale senza suono



Presentazione del libro di Andrea Tarabbia

IL LIBRO: Un uomo solo, tormentato, compie un efferato omicidio perché obbligato dalle convenzioni del suo tempo. Da lì scaturisce, inarginabile, il suo genio artistico. Gesualdo da venosa, il celebre principe madrigalista vissuto a cavallo tra cinque e seicento, è il centro attorno a cui ruota il congegno ipnotico di questo romanzo gotico e sensuale. Come può, è la domanda scandalosa sottesa, il male dare vita a tale e tanta purezza sopra uno spartito? Per vendicare l'onore e il tradimento, il principe di venosa uccide maria d'avalos, dopo averla sposata con qualche pettegolezzo e al tempo stesso con clamore. Fin qui la storia. Il resto è la nostalgia che ne deriva, la solitudine del principe: è lì, nel sangue e nel tormento, che andrea tarabbia intinge il suo pennino e trascina il lettore in un labirinto. Questa storia ? È ciò che il lettore scopre sbalordito ? Ci parla dritti in faccia, scollina i secoli e arriva fino al nostro oggi, si spinge fino a lambire i confini noti eppure sempre imprendibili tra delitto e genio.

L'AUTORE: Andrea Tarabbia è nato a Saronno nel 1978. Ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi La calligrafia come arte della guerra (2010), Il demone a Beslan (2011), Il giardino delle mosche (2015; Premio Selezione Campiello 2016 e Premio Manzoni Romanzo Storico 2016) e il saggio narrativo Il peso del legno (2018). Nel 2012 ha curato e tradotto Diavoleide di Michail Bulgakov. Madrigale senza suono è il suo primo romanzo per Bollati Boringhieri. Vive a Bologna.

Presentazione libro MADRIGALE SENZA SUONO di Andrea Tarabbia (Bollati Boringhieri)

Dialoga con l'autore Luca Vannozzi

«Solo la fragilità e il dolore, presi per mano dall’amore ci portano nel punto più profondo del mondo». Alessandro D’Avenia, «Corriere della Sera»

«Tarabbia si avvicina a un fatto attirato da un richiamo morale, e lo usa per indagare ? senza alcunché di morboso, miracolo ? il Male nella e della Storia attraverso la scrittura, in una tradizione che va dai Demoni di Dostoevskij fino a Carrère o Vollmann». Marco Rossari, «Il Sole 24Ore»