Altri eventi, Il Museo della Tragedia Perduta



Mostre e perfomance da venerdì 1 a domenica 10 novembre

A QUARTIERI DELL’ARTE CONTINUA IL MUSEO DELLA TRAGEDIA PERDUTA

Dramma della Passione di Abido di Carlo Fineschi

FRINICO / AGATONE / LYCURGUS

Mostre e perfomance da venerdì 01 novembre a domenica 10 novembre (feriali ore 21 e dom ore 18), nell’ambiente ultramoderno dello Spazio Pensilina (Ufficio Turistico di Viterbo) per Il Museo della Tragedia Perduta: uno spazio ibrido tra dramma e museo temporaneo, in cui opere d’arte visuale di oggi e di ieri, GIF, frammenti di testi classici non più esistenti in forma integrale e nuova drammaturgia si fondono secondo formule inedite, grazie a un gioco compositivo e performativo che cambia forma ogni giorno.

In esposizione Dramma della Passione di Abido, installazione con artisti e personaggi eccentrici, performance e conferenze a sorpresa, concepita e sviluppata dal regista senese Carlo Fineschi,storico fondatore dei gruppi di teatro ALT QVM e di motion architecture URLO. In scena FRINICO scritto e diretto da Simone Corso a partire dai frammenti di Frinico/ Nutrimenti Terrestri; AGATONE esperimento di scrittura operato da un’intelligenza artificiale condotto da Gian Maria Cervo, Giorgio Maria di Nunzio e Federico Meschini a partire dai frammenti di Agatone e dalle evidenze documentali sulla sua scrittura (Accademia degli Artefatti) e LYCURGUS da Gneo Nevio, per la regia Vincenzo Manna (Florian Metateatro).

FRINICO

di Simone Corso

Produzione: Nutrimenti Terrestri

Frinico (in greco antico: ????????, Phrýnichos; Atene, 535 a.C. circa – Sicilia, dopo il 476 a.C.) è il tragediografo ateniese colpito da damnatio memoriae per lo scandalo e “il dolore” suscitato dalla sua tragedia “La presa di Mileto”. Allievo di Tespi, fu uno dei primi tragediografi greci e precursore di Eschilo; fu attivo probabilmente a partire dagli anni della tirannide di Ippia, tra il 514 e il 510 a.C. A lui sarebbe dovuta l’invenzione del genere della tragedia di argomento storico, con appunto “La presa di Mileto” e “Le fenicie” opera che sopravvive solo in pochi frammenti. Il genere, maturato dall’orgoglio patriottico scaturito dal conflitto tra Greci e Persiani, sarebbe stato ripreso da Eschilo nei Persiani ma poi abbandonato per tutto il resto del V secolo a.C.

Secondo la Suda Frinico fu il primo ad introdurre personaggi femminili sul palco, rappresentati da attori di sesso maschile con maschere, e avrebbe creato un uso speciale del tetrametro trocaico. La sua prima vittoria in un agone tragico è documentata tra il 511 e il 508 a.C., ed è certo che ne riportò almeno un’altra nel 476 a.C., quando presentò le Fenicie avendo come corego Temistocle.

Partendo dai pochi frammenti esistenti di quest’ultima tragedia Simone Corso cerca di far luce su questo personaggio su base indiziaria con un suo pezzo di teatro-documentario.

Simone Corso è autore dei testi “Contrada Acquaviola n. 1” e “82 pietre”

AGATONE

di Intelligenza artificiale su progetto di Gian Maria Cervo, Giorgio Maria Di Nunzio e Federico Meschini

Redia di Luigi Cosimelli

Produzione: Accademia Degli Artefatti

Esperimento di scrittura operata da un’intelligenza artificiale a partire dai frammenti di Agatone protagonista del “Simposio” di Platone. Il protagonista del “Simposio” è un personaggio storicamente esistito, un autore che univa tratti da commediografo e tragediografo e che sperimentava il clash di diverse tradizioni mitiche. Agatone gareggiava in bravura con Aristofane. Lo spettacolo prova a ricostruire il suo stile artistico e personale con tecniche sperimentate solo di recente.

LYCURGUS

di Vincenzo Manna da Gneo Nevio

Regia di Vincenzo Manna

Produzione: Florian Metateatro

Con Alessio Tessitore

Il Lycurgus o Lucurgus (Licurgo) è una tragedia cothurnata del tragediografo e commediografo latino Gneo Nevio. Si tratta di una delle tragedie latine di età arcaica di cui è rimasto il maggior numero di frammenti, ed è l’unica cothurnata di Nevio di cui sia possibile ricostruire, seppure in modo sommario, la trama. Alessio Tessitore unisce le sue capacità attoriali alla sua passione per il teatro classico in questa avvincente ricostruzione in cui interpreta vari personaggi e in cui si alternano interpretazione e narrazione.

Vincenzo Manna nasce a Roma nel 1977. Laureato in “Stilistica e Retorica” all’Università degli Studi di Firenze, frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” dove si diploma in regia nel 2009 con lo spettacolo “Fari nella nebbia”, che è anche il suo debutto come drammaturgo.Artista tra i più interessanti della nuova generazione teatrale italiana, lavora come regista e autore, sceneggiatore e traduttore.Dal 2013 è docente di Recitazione e Drammaturgia presso l’Università Link Campus di Roma. Numerosi i riconoscimenti finora ottenuti, tra cui il Premio SIAE (2010) come miglior nuovo autore italiano, assegnatogli durante il 53° Festival dei Due Mondi di Spoleto. Tra i suoi lavori: “Fari nella nebbia” (2009) testo finalista al 50° Premio Riccione, menzione speciale della giuria; “Hansel e Gretel” (2010) spettacolo vincitore del Premio Scenario Infanzia; “L’ultima cena” (2011) testo finalista al Premio Hystrio 2012; “Giulio Cesare” (2012) traduzione per lo spettacolo selezione Globe to Globe che rappresenta l’Italia durante le manifestazioni culturali delle Olimpiadi di Londra 2012; “Inverno” (2014) di Jon Fosse, regia realizzata per il Florian Teatro Stabile di Innovazione; “Odissea” (2016) di Derek Walcott regia realizzata per Khora Teatro Produzioni; “Cani” (2017) testo 2° Premio Borrello per la Drammaturgia e Premio CassinoOFF 2014; “La Classe” (2017) testo scritto per Società Per Attori-Franco Clavari, regia di Giuseppe Marini. Alcuni dei suoi testi sono pubblicati presso le case editrici “Editoria&Spettacolo” e “Titivillus.