Foto della Sabina, Poggio Mirteto


Poggio Mirteto


Poggio Mirteto

Questa ridente cittadina della bassa sabina deve il nome proprio alle sue caratteristiche geografico-ambientali: sorge infatti su un poggio (una piccola altura, una collinetta) dove rigogliosi crescono i mirti.

Le antiche origini sono collocabili tra la fine del XIII e del XIV sec. quando gli abitanti sparsi sul territorio, abbandonate le loro terre ormai inospitali, si diressero verso la valle dei mirti. Erano divisi in cinque castrum (Castrum de Luco, Castrum Marcillianum, Castrum Limisanum, Casalia Teranianum e Castrum Vulpinianum), che, radunatisi, diedero inizio alla costruzione del Castello, quale valida difesa da attacchi nemici.

Erano sotto la tutela giuridico amministrativa dell’Abbazia di Farfa, e vi restarono per lungo tempo.

Entrando a Poggio Mirteto attraverso la Porta Farnese, fatta costruire nel 1573 dal cardinale Alessandro Farnese che in quel periodo era Abate di Farfa, si arriva alla piazza principale del paese, dalla caratteristica forma oblunga, dove si affaccia la Cattedrale dell’Assunta. La chiesa, fabbricata tra il 1641 e il 1725 e consacrata nel 1779, si presenta a tutt’oggi con le classiche forme dell’architettura settecentesca, a tre navate con cappelle laterali nel cui interno sono conservate opere di un certo pregio: prima fra tutte un’antica Croce usata nelle processioni, un gioiello d’alta oreficeria, molto probabilmente appartenente al Capitolo di San Giovanni in Laterano, trafugata dopo il sacco di Roma e arrivata qui per vie traverse; riconsegnata al Capitolo insieme ad altri oggetti di valore, la Croce venne donata al paese di Poggio Mirteto dal Capitolo stesso in segno di riconoscenza per le opere restituite.

Sulla piazza, dall’alto della scalinata, svetta la chiesa di S. Rocco eretta nella seconda metà del XVI sec., completamente in asse con Porta Farnese. Una della più vetuste chiese di Poggio Mirteto è senz’altro la Chiesa di S. Paolo, del XIII sec., facente parte del tessuto urbano originario della cittadina, decorata con affreschi del XIII sec., tra cui un notevole Trionfo della Morte. E’ stata sempre il luogo di culto più amato, legato ad un evento miracoloso: nel 1654, dopo che i terreni coltivati della cittadina furono invasi dalle cavallette, gli abitanti chiamarono in soccorso i padri missionari, per ripristinare la tradizione di celebrare la messa del Venerdì Santo nella piccola chiesa di S. Paolo. Si racconta che a fine celebrazione, le campagne furono miracolosamente libere dalle cavallette.

Attraversando i caratteristici vicoli, racchiusi nel circuito murario del trecento, si arriva all’attuale Palazzo Vescovile. Questo palazzo nasce sui resti della primitiva rocca di Poggio Mirteto, in seguito trasformata in palazzo baronale, dove risiedettero anche alcuni Abati della vicina Abbazia di Farfa.

[Testo: stradaoliosabina.it]