Attività, Difendere il suolo con l’economia circolare



Workshop nella Sala Fabrizio Naro del Castello Orsini Naro

Sono molte le aspettative del settore agricolo in vista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza articolato sui cospicui fondi stanziati dal Next Generation EU e sulle riforme strutturali connesse.

Acceso, in particolare, è il dibattito sulle priorità nell’uso delle risorse e, alla luce delle scelte fin qui operate, appare necessario favorire un dialogo che superi il conflitto fra l’impostazione industriale che punta sugli interventi “classici”, ovvero logistica, commercio e internalizzazione e le visione di ampio respiro dall’agro- ecologia che guarda a un futuro sostenibile e pone al vertice fertilità del suolo, ruolo dell’agricoltura nella gestione del territorio, biodiversità agricola, prossimità e filiere. Due visioni che possono trovare un punto d’incontro nella finalità comune di potenziare il settore agricolo attraverso filiere intelligenti, produttive e integrate, basate sulla valorizzazione del prodotto italiano, innovative, sostenibili e competitive.

In questo contesto, gli esempi virtuosi si candidano ad essere punti di partenza per un confronto costruttivo e, per realizzarlo, può diventare strategico il ruolo svolto dai territori come la Sabina, in cui la forte vocazione agricola e il valore dei prodotti locali sono legati indissolubilmente al paesaggio e a un cospicuo patrimonio di storia e tradizioni. Michela Cortegiani, Sindaca di Mompeo, apre così le sale del Castello Orsini Naro a un convegno sull’economia circolare che verterà sulla possibilità di trasformare alcuni residui zootecnici da scarti in risorse.

Il tema che fa da filo conduttore agli interventi del convegno è il suolo, risorsa limitata e non rinnovabile, elemento fondamentale dell’ambiente, dell’ecosistema e del paesaggio, essenziale per il benessere dell’uomo e per lo svolgimento di importanti funzioni ecosistemiche. Ne parlo per i lettori di Sabina Magazine con i relatori che interverranno al convegno e con due giovani imprenditori sabini.

Quali sono le principali cause di degrado del suolo? Mi risponde Fabio Raccosta, Project Manager per CIA di Soil4Life, progetto europeo coordinato da Legambiente Onlus Aps e finalizzato a promuovere l’uso sostenibile del suolo: Impermeabilizzazione, erosione, perdita di biodiversità, diminuzione della materia organica, salinizzazione, contaminazione, compattazione, consumo di suolo, smottamenti, desertificazione, inquinamento, sono le principali minacce che concorrono al degrado del suolo e alla perdita di tale inestimabile risorsa. L’ultimo Rapporto sul consumo di suolo elaborato da ISPRA e SNPA attesta come anche nel 2020 quasi due metri quadrati ogni secondo di aree agricole e naturali in Italia siano andati persi, rendendo evidente come la necessità di sviluppare azioni e politiche volte a promuovere un uso e una gestione sostenibile del suolo costituisca una priorità imprescindibile

“Restiamo con i piedi per terra, fermiamo il consumo di suolo” l’invito con cui si apre la pagina web di Soil4Life https://soil4life.eu/ verrà dunque illustrato sabato 25 settembre ai Mompeo, in una delle tappe del percorso che avete avviato per aumentare la consapevolezza dei cittadini nei confronti della tutela del suolo e a sensibilizzare le istituzioni nazionali e comunitarie sulla necessità di adottare normative adeguate per fermare il consumo di suolo e prevenirne il degrado. Chiedo allora a Nicola Minerva di ASTRA, coordinatore del Progetto Life POREM su cosa verterà il convegno. L’evento è finalizzato a evidenziare i vantaggi ambientali, sociali ed economici relativi alla gestione razionale degli scarti delle produzioni agricole e zootecniche, nonché delle opportunità offerte dall’Unione Europea per contribuire a tali iniziative. Saranno illustrati In particolare, i risultati e le prospettive di due progetti Life, cofinanziati dall’UE,- POREM http://www.lifeporem.it/index.php/it/ e CHIMERA https://www.life-chimera.eu/it/ che si concluderanno a breve. Si tratta di due progetti complementari che vertono sulla pollina: POREM si sposa con la possibilità di una integrazione del reddito per piccole aziende, CHIMERA più orientato alla riduzione dei costi per aziende di maggiori dimensioni. Nicola Minerva spiega che l’obiettivo del progetto POREM è convertire uno scarto come la pollina in un prodotto per la rigenerazione dei suoli. Tale conversione si basa sull’impiego di enzimi vegetali che favoriscono i processi di stabilizzazione degli elementi all’interno della pollina, rendendoli disponibili in maniera graduale per le piante e per le la microflora e fauna del suolo. La tecnologia alla base della produzione del POREM è molto semplice e facilmente replicabile e i risultati hanno mostrato che il POREM ha ottime capacità ammendanti e fertilizzanti nei suoli agricoli e proprietà di ricostituenti per suoli degradati dalla erosione e dalla scarsa presenza di sostanza organica.

Rosalino Usci, Amministratore Delegato 3P Engineering aggiunge Basato su due brevetti, CHIMERA - CHIckens Manure Exploitation and RevAluation, è un progetto dedicato alla realizzazione di un impianto che mira a rivoluzionare il processo di smaltimento della pollina. Ad oggi, questa sostanza richiede delle opportune pratiche di gestione per ottimizzarne il potere nutritivo e, al contempo, ridurne l’impatto ambientale, considerando il potere inquinante. Il progetto intende eliminare le fasi di stoccaggio e trasporto: secondo i principi dell'economia circolare la pollina viene trasformata in fertilizzante in un impianto di limitate dimensioni, che può funzionare a ciclo continuo presso l’allevamento avicolo.

“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” cantava Faber in Via de Campo. La pollina da scarto e potenziale elemento di pressione per la salute del suolo si può trasformare dunque in una cura ricostituente in grado di riequilibrare la componente organica di suoli agricoli e urbani. In un’ottica di economia circolare l’ambiente ha tutto da guadagnare se i sottoprodotti della zootecnia e dell’agricoltura saranno sempre più valorizzati ed integrati pienamente nelle pratiche agricole. Spiegano Pablo De Paola e Fabrizio Gismondi di Arpa Lazio. Nello specifico ambito dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, dei fanghi di depurazione, del digestato e delle acque di vegetazione di frantoi oleari, il rischio è nell’utilizzo non corretto. Gli eccessivi carichi di nutrienti costituiscono

infatti elementi di pressione ambientale per suolo e acque sotterranee e superficiali e sono importanti cause di inquinamento delle falde acquifere e di eutrofizzazione dei laghi.

Attraverso la razionalizzare delle pratiche agricole si può garantire nel tempo una corretta gestione della “risorsa suolo” mantenendone inalterate le potenzialità di fertilità e di produttività in equilibrio con l’ecosistema. aggionge il Prof Antonio Boggia del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia Nel settore della zootecnia si stanno diffondendo con rapidità modelli di gestione sostenibile e di economia circolare. In particolare, la gestione dei reflui necessita di innovazione tecnologica e di linee guida chiare e condivise fra i diversi attori coinvolti.

Quali le prospettive per consolidare i risultati finora ottenuti dai progetti Life e per allargare il campo della ricerca? Lo chiedo a Costantino Raspi della Società Co&So L'Europa sta investendo per finanziare attività innovative inerenti il suolo, l'agricoltura e l'ambiente, al convegno saranno presentate le opportunità offerte dai Bandi specifici presenti nei Programmi Europei Horizon Europe e LIFE evidenziandone le principali possibilità, tematiche, percentuali di finanziamento, categorie di attività e di costo ammissibili, modulistiche e procedure di presentazione progetti, differenze e tipologie specifiche di intervento.

Voglio chiudere questa piccola ricognizione con Stefano e Ivan, due giovani imprenditori proprietari di un’azienda di produzione di uova biologiche proprio a Mompeo per capire se i risultati della ricerca possono essere di utilità per l’economia locale. La loro azienda non è solo è biologica, è anche un esempio di come l’allevamento si può conciliare col benessere animale: le galline sono libere e hanno a disposizione un ettaro di oliveto per razzolare.

Stefano e Ivan tre anni fa avete messo su un allevamento di 1000 galline ovaiole. La vostra è una scelta in controtendenza, sono pochi i giovani che accettano la sfida di restare e realizzare qualcosa di valore legato al proprio territorio, qual è il motivo che vi ha spinto? Proseguire quello che avevano avviato con lavoro e sacrificio i nostri nonni. Il mio bisnonno, racconta Stefano, è emigrato in America dove ha lavorato duramente nella raccolta del cotone, è tornato e ha acquistato questa terra. Qui c’è la storia della mia famiglia, le mie radici. E poi c’è l’amicizia che ci lega aggiunge Ivan, il desiderio di realizzare qualcosa insieme, la passione e il rispetto per la natura che condividiamo, da qui la volontà di realizzare un’azienda innovativa e completamente biologica.

Già, di volontà ce ne è voluta parecchia dice Stefano sorridendo. Immagino che non sia stato semplice. Dove avete incontrato le difficoltà maggiori? Da una parte nella burocrazia ma, ancora di più, è stato difficile avviare un sistema nuovo di gestione di un allevamento senza modelli di riferimento o interlocutori che sapessero indirizzarci sui passi da fare.

Cosa rappresenterebbe per la vostra azienda la possibilità di trasformare la pollina delle vostre ovaiole in concime? Senz’altro un’opportunità. Già sarebbe una gran cosa trasformare un eccesso in una risorsa che arricchisce il terreno dove, oltre agli olivi, coltiviamo uva e orto e avere poi la possibilità di ottimizzare la gestione producendo e commercializzando in azienda un nuovo prodotto con un proprio valore economico sarebbe un modo per integrare il reddito. Un risultato importante per una piccola azienda. Avvisatemi quando inizierete a produrlo, mi piacerebbe provarlo sui miei olivi!

Per chi fosse interessato, la partecipazione è libera, l’evento si svolgerà a Mompeo, nella Sala Fabrizio Naro del Castello Orsini Naro, dalle 16:30 alle 19:30.

DIFENDERE IL SUOLO CON L’ECONOMIA CIRCOLARE WORKSHOP AL CASTELLO DI MOMPEO SABATO 25 SETTEMBRE ALLE 16:30

di Marina Penna