Un monologo comico formato da cinque atti brevi ispirati a situazioni tratte dalla vita di tutti i giorni ed esasperate fino al punto di paradosso: un affresco di pulsioni d'amore e distruzione che è anche un percorso che permette a quelle pulsioni e paure figlie della distanza (umana, lavorativa, sessuale) forzata, con cui tutti quanti abbiamo dovuto fare i conti negli ultimi due anni, di riemergere senza freni e venire così derise ed esorcizzate. L'attore, di volta in volta una maschera diversa, riflette un'idea di trasformazione senza freni e senza pietà, che è caratteristica fondamentale della vita prima ancora che del virus.
Spiega infatti l'autore: «È uno spettacolo cinico ed esilarante, in cui ad essere "uno tantum" non è solo l'attore in scena, che da singolo isterico e narciso si frantuma e si rifrange, si cerca e si raccapriccia, bensì lo stesso evento della pandemia e questo è un augurio, di più: una speranza per il futuro».
Per i temi ed il linguaggio, è uno spettacolo che si consiglia ad un pubblico dai 14 anni in su.
Scritto, diretto e interpretato da Mario Biondino
Soggetti scritti con la consulenza di Massimiliano Palombi
Costumi di Loredana Borgomazzi
Disegno luci di Maria Luisa Preziosi
Una produzione LUNALUFE APS
La voce dell'intervistatore è di Fernando Leone