Spettacoli, 'Alle mie figlie' & 'Svelarsi open lab'



Gli spettacoli del 5 e 6 novembre al Teatro La Fenice di Arsoli

Il weekend del 5 e 6 novembre l’Amministrazione Comunale di Arsoli, Settimo Cielo e il Teatro La Fenice sono lieti di ospitare in cartellone due spettacoli legati alla tematica femminista grazie alla presenza di due prestigiose compagnie giovani che si impegnano da anni nell’internazionalizzazione della drammaturgia contemporanea femminile italiana: Palinodie e Pav

Il primo, in scena Sabato 5 novembre è ALLE MIE FIGLIE. Avere come mamma Bocca di Rosa di Veridiana Vono della compagnia Palinodie di Aosta, spettacolo sostenuto da MiBAC e da SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea” 2019, in cui attraverso il racconto delle tre figlie di Bocca di Rosa rimaste bloccate di notte sul ciglio della strada, si “prende in mano l’eredità che abbiamo ricevuto dalle nostre madri e dai nostri padri, dalle generazioni precedenti alla nostra, per interrogarsi sul futuro che immaginiamo per noi e per le nostre sorelle”.

Il secondo appuntamento, Domenica 6 novembre dalle 16.30 è SVELARSI OPEN LAB , un esperimento di performance co-partecipativa della pluripremiata performer Silvia Gallerano, Stage Award all’Edinburgh Festival Fringe, che condurrà un gruppo stabile di attrici e un massimo di 20 spettatrici donne (o chi si identifica come tale) che, attraverso un training e un progressivo “svelamento” di sé, si inseriranno nella struttura drammaturgica di partenza, integrando e arricchendo il materiale preesistente. La performance è prodotta da Pav nell’ambito del progetto internazionale Fabulamundi Playwriting Europe.

SABATO 5 NOVEMBRE ORE 21.00

ALLE MIE FIGLIE. Avere come mamma Bocca di Rosa

con Valentina Celentano, Eleonora Cicconi, Elisa Armellino

drammaturgia Verdiana Vono

progetto e regia Stefania Tagliaferri

progetto grafico Valentina Nota

locandina Isabelle Pasquettaz

foto Marta Lavit

Produzione Palinodie

Progetto realizzato dalla compagnia teatrale Palinodie con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea” 2019.

Primo studio presentato presso Fantasio Festival Internazionale di Regia Teatrale (Trento).

Tre ragazze sono sul ciglio di una strada deserta. È notte. Non c’è campo. La macchina non riparte. Sono sorelle. Sono le figlie di Bocca di Rosa. Cosa fai quando non ti senti al sicuro? Una notte così…

Con lo spettacolo “Alle mie figlie. Avere come mamma Bocca di Rosa” vogliamo prendere in mano l’eredità che abbiamo ricevuto dalle nostre madri e dai nostri padri, dalle generazioni precedenti alla nostra, per interrogarci sul futuro che immaginiamo per noi e per le nostre sorelle.

Vogliamo raccontare una nostra versione della storia. Parziale, personale, forse sbagliata, in ogni caso nostra.

Non ci è dato conoscere il punto di vista di Bocca di Rosa su tutti quegli uomini, su tutte quelle donne che di lei hanno parlato, sparlato, osannato, approfittato, deriso, cantato. Così abbiamo scelto di raccontare il nostro, immaginando di essere le sue figlie.

Nella notte che dura lo spettacolo, le protagoniste sono bloccate. Nessuna via di fuga all’orizzonte, individuare delle prospettive luminose non sembra possibile. Ma è proprio in questo buio che cercano le chiavi per riappropriarsi di uno sguardo che sappia andare più lontano del presente e che non si perda nella malinconia del passato.

Si parla di sesso, di sonno, di musica, di politica, di rivendicazioni, di pacificazioni. Si balla e ci si nasconde. Si ha paura.

Quanto può durare una notte?

DOMENICA 6 NOVEMBRE DALLE ORE 16.30

SVELARSI

Open Lab di Silvia Gallerano

Produzione PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe

Testo e Regia: Silvia Gallerano

Interpreti: Giulia Aleandri, Elvira Berarducci, Smeralda Capizzi, Benedetta Cassio, Livia De Luca, Serena Dibiase, Chantal Gori, Giulia Pietrozzini e Silvia Gallerano

“Svelarsi Open Lab” di Silvia Gallerano è un percorso che pone le basi del suo delinearsi nell’incontro con sole donne e chi si sente tale.

Un progetto trasversale, di scrittura scenica condivisa, che associa a un dispositivo di creazione, lo spettacolo, pratiche di partecipazione attiva

Si tratta di una chiamata. Risponde chi la sente. Non è per tutti. È per chi ha voglia di incontrarci. Non ci mostriamo come animali di uno zoo. Accogliamo chi è interessata a rispecchiarsi.

Ci si sente slacciati, spesso squilibrati nel vuoto, in questo tempo presente che, coi propri canoni pervasivi, invade i vissuti di ciascuno condizionandone spesso le direzioni. La precarietà e la vulnerabilità esposta dei corpi delle donne, in particolare, impone una costante ricerca di alleanze, per superare schematismi culturali invalidanti e che trovano nel palcoscenico lo spazio adeguato della crisi, dell’interrogazione sistematica, della verifica di sé e dell’Altro.

Un dispositivo continuamente in movimento, che si nutre di un dentro e di un fuori: un gruppo stabile di attrici si lascia continuamente invadere da persone nuove, altre donne, che si inseriscono nelle scene già esistenti, le arricchiscono, portano altri materiali, entrano, escono. Come se il bacino fosse molto più grande dell’isola che poi emerge e si mostra.

In un progressivo “svelamento” di sé, nel corso di un pomeriggio una sequenza di materiali già esistenti nella struttura di partenza si integra a scene portate, scritte, nate dal dialogo con le nuove arrivate. Si parte da esperienze diverse che hanno una nota comune di invalidazione, di invisibilità, in cui è possibile riconoscere la propria storia in quella delle altre. Ne si vedono i contorni tragicomici, si impara a riderci sù e a rispondere, con una potenza mai sopita, a quella cultura patriarcale che ancora ci circonda e che insegna, sin da piccole, a limitare i desideri di potenza e a mettersi in disparte.

È la condivisione di questi momenti di “svelamento” che crea come un cortocircuito, un atto di liberazione profonda, possibile solo attraverso l’ascolto e l’empatia che la nudità interiore, assieme a quella dei corpi, genera. La partecipazione alla giornata è aperta alle sole donne e a chi si sente tale, per permettere al luogo di essere percepito innanzi tutto come luogo “sicuro”, per costruire un’intimità che permetta realmente di svelarsi.

MAX 20 SPETTATRICI PARTECIPANTI.

NECESSARIA PRENOTAZIONE

Federica Terribile

Responsabile Organizzativo

Settimo Cielo - Teatro La Fenice di Arsoli