Il Comune di Formello Assessorato alla Cultura ed il Centro per l’Incisione e la Grafica d’Arte del Comune di Formello diretto da Vinicio Prizia, invitano ad un nuovo appuntamento all’interno della rassegna “Incisione e …”
Mostra “Progetto 8”, sintonia e segni di otto artisti contemporanei, ideata da Daniele Contavalli, L’inaugurazione si terrà sabato 16 marzo 2024 alle ore 18,00 presso la Sala Orsini di Palazzo Chigi di Formello (RM) in Piazza San Lorenzo n. 1.
Espongono gli artisti: Eclario Barone, Daniele Contavalli, Ermanno Dosa, Laura della Gatta, Massimo Napoli, Vinicio Prizia, Claudia Quintieri, Rocco Salvia.
La mostra è a cura di Daniele Contavalli e Vinicio Prizia. Dal 16 al 30 marzo 2024
Ideata e curata da Vinicio Prizia, Direttore del Centro, la rassegna consiste nel proporre varie esposizioni a cadenza settimanale e quindicinale, in cui sono presentati gruppi di artisti contemporanei che prospettano con le loro opere ed installazioni le molte interpretazioni e ricerche aperte nel campo dell’arte e della grafica contemporanea.
La rassegna vuol far conoscere al pubblico artisti incisori che utilizzano spesso in modo sinergico anche altri linguaggi artistici tradizionali e non, tra cui pittura, scultura, architettura e video, proprio come alcuni grandi maestri della Storia dell'Arte: Piranesi fu incisore ed architetto, Rembrandt fu pittore ed incisore, Picasso pittore, scultore ed incisore.
“Incisione e ...” vuole testimoniare l'attualità della grafica d'arte e promuoverne la diffusione capillare nel panorama artistico italiano ed internazionale.
L’idea di Progetto 8 di Daniele Contavalli è quello di vivere con gli artisti, mescolarsi e perdersi con loro. Progetto 8 serve anzitutto come progetto di resistenza al nostro mondo in caduta, che si lascia andare sempre di più al suo corso più oscuro, è il tentativo collettivo del provare a dire che arte non è solitudine, impossibilità al confronto di gruppo, ma comunitaria disponibilità allo stare insieme come artisti, come creatori di mondi anche paralleli ma che si guardano e provano a capirsi. La scelta è del Segno e dell’incisione nelle otto declinazioni, nelle accezioni culturali ed esperienziali di ciascuno come primo momento espositivo.
Eclario Barone anzitutto il Segno. Sperimenta le testure, mutandola in figura, arredo e poliedro. Uno Psiconologo alla ricerca delle mosse, delle danze e dei giochi, degli spettacoli d’ogni sema e reticolo.
Daniele Contavalli narra di alcune figure femminili, cercando di parlare per blocchi narrativi, per capitoli, definendoli in alcune opere realizzate nei primissimi dolorosi anni venti. Materiali antichi e contemporanei fanno da supporto logico, da confine e Limes alle icone proposte.
Laura della Gatta cerca una ricreata atmosfera, un riparo quaggiù, per tutti noi. Il femminile senza il bisogno di durezze o tenebra, solo offerta del meglio di se in piccole opere ad olio su carta telata, fatte per un anno e tutte dedicate all’esercizio inutilmente sublime del fare gratuito, del darsi al tempo e allo spazio a disposizione.
Ermanno Dosa è nel gelo dell’immagine più ironica e concisa di icone prodotte da campionature lisergiche e dalle stampe che ne seguono. Cerca di ridire oggi, di rappresentare quell’oblio di Sé che viene dal secolo precedente, dal mosso e arbitrale incedere del flusso di coscienza, di un segno che si attualizza tra fotografia e modularità soft-ware.
Massino Napoli sceglie l’incisione e il disegno da sempre similari alla scrittura. La lucidità del rappresentato, del visto e dello scoperto. Incisioni d’altri e proprie considerazioni, anche sottilmente funeste. Propone un bestiario d’opere dunque, una raccolta reinventata ad Arte, la sua.
Vinicio Prizia propone delle chimere contemporanee, passando dalla pittura all’incisione con garbo e lucida maestria. L’idea del contaminato e dell’ecologico, della deriva di generi e specie sono il fulcro poetico della sua produzione artistica, sempre dolce, da cui ricarica una sua natura fatta forme enigmatiche che rispecchiano l’animo interiore di chi le guarda.
Claudia Quintieri incede tra poesia e videoarte. In questa sede propone una serie di intervista a ciascun partecipante, volta a evidenziare la poetica, lo scavo di ciascuno rispetto al Segno e al proprio modo di intenderlo, creando la sorpresa da parte di esaminato ed investigante.
Rocco Salvia si spinge in un gioco fatto di segni e cardini verbali, di paesaggi definiti architettonicamente dall’uso sapiente della linea continua dei suoi pennarelli. Ritratti speciali, i suoi, di genti venute da ogni dove a dirci ogni perché.