Concerti, Dantedì



"Oh ignota ricchezza" concerto della BandaDante

Il cammino verso la quinta edizione della Valle del Primo Presepe passa attraverso il Dantedì che Rieti vivrà l’11 settembre alle 21 sotto gli archi del Palazzo Papale. L’organizzazione ha infatti chiamato la BandaDante alla messa in scena di Oh ignota ricchezza, un progetto di Ambrogio Sparagna e Davide Rondoni con i solisti dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. A ridosso dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, avvenuta a Ravenna tra il 13 e il 14 settembre del 1321, nel cuore della Valle Santa si celebrerà il Sommo Poeta guardando al suo particolare legame con san Francesco.

Dante, che muore terziario francescano ed è sepolto presso i frati di Ravenna, custodi della sua tomba, dedica a Francesco una parte memorabile del Canto XI del Paradiso: un inno al Santo, alla sua scelta di sposare Madonna povertà e ai lieti sembianti che il loro amore generò per tanti. In altre parti dell’opera, il poeta fa espresso riferimento al “sigillo” della Regola, nell’Inferno affida a Francesco il tentativo di salvare Guido da Montefeltro e nel Paradiso lo affianca a san Domenico esaltando le doti di quest’ultimo pur criticando aspramente la corruzione degli appartenenti al suo ordine. Tutti spunti che la BandaDante celebra in musica e in poesia senza dimenticare l’invenzione del presepe, cogliendo nella Divina Commedia i riferimenti a Maria, al parto nella stalla, all’Annunciazione, al canto degli angeli e allo stupore dei pastori.

Lo spettacolo è un omaggio ad Alighieri e al suo viaggio d’amore e di mistero. Le sue terzine vengono cantante nello stile della tradizione popolare degli Appennini: il repertorio è costituito da brani originali di Ambrogio Sparagna ispirati da passi celebri o meno noti della Divina Commedia. Si canta di Ulisse, di Paolo e Francesca, di Cacciaguida, del Conte Ugolino e a fare da contrappunto ci sono versi originali di Davide Rondoni. Un lavoro corale per un omaggio reso al padre della lingua italiana.

In scena gli strumenti musicali della tradizione, dall’organetto alla zampogna, dai flauti pastorali alla ghironda, dalla conchiglia ai corni e le voci possenti e armoniose dell’ensemble per ricreare l’atmosfera sonora di un’aia o di un focolare contadino, di una festa campestre o di un incontro durante la transumanza. Dante è presente in questi momenti di festa o più privati come testimone delle umane vicende e come ispiratore di un’autentica arte popolare.

Sparagna e Rondoni riportano al centro della scena un protagonista assoluto della cultura italiana, e appenninica in particolare, fonte di ispirazione per tanti poeti e cantori contadini e per quanti hanno fatto della musica e la poesia il loro speciale viaggio nel mondo.

La produzione originale, realizzata appositamente per la Valle del Primo Presepe, debutta come prima nazionale.