ANTONIO E CLEOPATRA E IO
Uno spettacolo di William Shakespeare da Duccio Camerini
traduzione di Giovanni Lombardo Radice
con
Duccio Camerini Salvo Lombardo Barbara Giordano Barnaba Bonafaccia
regia Duccio Camerini
scene Fabiana di Marco
costumi Livia Fulvio
musiche Alchimusika
aiuto regia Lou Andrea Dell’Utri Vizzini
Se dovessimo dare alle fiamme tutte le opere di Shakespeare tranne una – per fortuna non dobbiamo farlo - io sceglierei “Antonio e Cleopatra”
W. H. Auden
Sabato 1 ottobre 2011 - ore 21.00
Poggio Moiano
Teatro Vicolo Primo
What sport tonight? Cosa ci attende stanotte?
Si è detto a volte che “Antonio e Cleopatra” sono “Romeo e Giulietta” da grandi. E’ l’amore adulto, l’amore che non fa più i conti solo con la passione, ma che deve confrontarsi con
la durezza della vita, la vita che slitta, che cambiasempre, la vita che ci ubriaca e ci prende in giro.
Ma c’è qualcos’altro nel rapporto tra Antonio e la sua Regina, a renderlo struggente di una qualità tutta sua: le guerre che hanno dichiarato contro il resto del mondo e contro sé stessi
dichiarandosi amore.
Ecco dunque che questi contrasti appaiono ideali (come spesso in Shakespeare) per raccontare gli equilibrismi esistenziali dell’uomo e della donna di oggi, esaminare la nostra
condizione, le assurdità, i pericoli, gli scambi dei ruoli maschile/femminile, il ridicolo, le eventuali
emancipazioni, i fallimenti. Niente affatto una storia eroica e divina. Una contesa privata, intima, da camera da letto, per
fare il punto sull’amore (parola che sempre più ama nascondersi) e lo scontro dei sessi. La grandiosità di Antonio e Cleopatra è il contenitore ideale per raccontare le paure di uomini e donne che invecchiano e un tempo si erano ritenuti unici e
speciali.
Ecco dunque una commedia/tragedia sulla impossibilità di stare insieme fino in fondo, dove, come già nei “Sonetti”, la nostra
compagnia mette al servizio dell’ immaginario shakespeariano le proprie ricerche sui tanti linguaggi
del teatro. Già, perché abbiamo scelto di
ambientare il nostro spettacolo appunto in un teatro, dove una
compagnia si è riunita per provare “Antonio e Cleopatra”… un attore-regista, un assistente, un attore en travesti nei panni della fatale regina… da dietro le battute e le azioni dei personaggi, emergono le incertezze e le ansie degli attori… persone che, proprio come tutti, a volte scordano la parte, oppure non la recitano come vorrebbero… Ed emergono sinistre – e sempre più frequenti e inquietanti - coincidenze tra le vite degli artisti e quelle “di carta” dei personaggi… a casa del regista, una donna malata lo aspetta…. dove finisce il teatro, dove comincia la vita? Il teatro è vita già vissuta? La vita è teatro già scritto? Il teatro è finzione appunto perché gli attori credono di “non” essere i personaggi? È vero che spesso la modalità espressiva, un tratto caratteriale, un vizio, il
tic di un personaggio, trovano riscontro nell’anima di un attore. Ma gli attori hanno orrore delle similitudini con i loro personaggi, rifiutano che involucro e contenuto si tocchino, perché sentono che così potrebbero avvicinarsi pericolosamente al loro confine… ovvero, ad un abisso…
Duccio Camerini