Venerdì 4 e Sabato 5 marzo ore 21:00
presso il Teatro Potlach di Fara Sabina nell’ambito della Stagione di Teatro Contemporeaneo Sabina a Teatro
Papà a la coque
Agricantus Cooperativa culturale - PALERMO
Diretto e interpretato da: Sergio Vespertino
Musiche originali di: Pier Paolo Petta (fisarmonica)
Quella del padre di famiglia è una figura che, sotto la lente comica e grottesca di Sergio Vespertino, può passare dal tragico al comico in un istante, sotto la spinta di una visionaria e buffa metamorfosi. A tal punto che, al suo cospetto, lo scapolo impenitente, perennemente allegro e scanzonato, sempre pronto a salpare sul bastimento dell’avventura, diventa una sorta di icona esorcistica. Che non conosce borse sotto agli occhi, insonnie procurate; al riparo da pianti inconsolabili, poppate notturne. Cosa ne deriva? Il matrimonio viene sempre più visto come una trappola crudele, che alterna all’euforia incosciente del giorno solenne dell’unione, un lutto perenne, il cordoglio come contrappasso irritante. Con il corredo di crisi cicliche, di problemi sempre più irrisolvibili, di esaurimenti alla porta. Ma non tutto è perduto, almeno secondo Vespertino. Il quale, come è ormai suo costume, prendendo le mosse dagli anfratti del più bieco quotidiano, e pigiando sul pedale dell’ironia e dell’autoironia, in questo suo spettacolo ha fatto dell’irruzione di un figlio il punto di non ritorno della vita famigliare, il giro di boa di abitudini e usi. Quando cioè ogni cosa non è più come prima: tutto diventa piccolo, dalla casa alla macchina, e l’accettazione iniziale, quasi una sorta di condanna subita, può, alla luce di un nuovo sguardo, vergine e irriverente, può diventare una nuova e benefica condizione. Il presupposto necessario per riscoprire le gioie di ogni giorno, le conquiste infinitesimali, il sorriso spontaneo e genuino. Il tutto, immerso in una temperie di sano umorismo e di poetici abbandoni, in agguato quando meno uno se l’aspetta.
Sergio Vespertino
Nato a Palermo (1962) è da tempo una delle maschere comiche più care al pubblico palermitano. La sua carriera artistica e professionale comincia nel 1990 come capocomico del fortunato quartetto cabarettistico dei Treeunquarto, con questa formazione conosce un grande successo personale. A distanza di dieci anni dagli esordi abbandona il gruppo, ormai popolarissimo, per dedicarsi all'affinamento della propria preparazione artistica di attore di teatro. Nel novembre del 2000 conosce Turi Ferro con cui lavora allo spettacolo La Cattura (ultima rappresentazione del grande maestro del teatro siciliano). Successivamente, per lo stesso spettacolo, collabora con Giulio Brogi. Ha lavorato inoltre con altri grandi artisti teatrali come Riccardo Garrone, Tuccio Musumeci, Anna Malvica e Pippo Patavia. Il suo teatro è frutto di una sapiente manipolazione di repertori tradizionali e popolareschi e di cabaret di parola che gli permettono di esprimere sempre e in maniera originale le sue indiscusse qualità istrioniche e attoriali.
Domenica 6 marzo ore 18:00
presso il Teatro Potlach di Fara Sabina nell’ambito della Stagione di Teatro Ragazzi Sabina a Teatro, lo spettacolo originariamente in programma sarà sostituito da:
I racconti di Fernando - Canti, Cunti e Guarattelle
Teatro Potlach – FARA SABINA
Regia: Pino Di Buduo
Con: Maurizio Stammati
Lo spettacolo, frutto di una ricerca sulle possibili interazioni tra il teatro di figura, il teatro d'attore e quello di strada, cerca attraverso la figura di un cantastorie di raccontare un'epoca, dagli anni prima del grande conflitto ai nostri giorni.
Pulcinella, le sue lotte, i suoi sogni ed i suoi incubi, sono lo sfondo sul quale si snoda il racconto, ma nella storia fanno irruzione anche altri strambi personaggi.
Il risultato è uno spettacolo divertente, a tratti grottesco con a volte sfumature malinconiche.
Fernando detto "la montagna" per la sua mole, pescatore e panettiere, personaggio realmente esistito, è anche il pretesto per l'attore/autore di raccontare le sue tappe artistiche che, partendo dalla musica, approda prima al teatro di strada poi al teatro di ricerca ed a quello di figura.
Teatro Potlach
Il Teatro Potlach è stato fondato nel 1976 a Fara Sabina (Rieti). Il suo nome è derivato dagli studi antropologici dei fondatori, e significa, nel linguaggio degli indigeni dell'America nord¬occidentale, il rito del dono gratuito che conferisce prestigio a chi lo elargisce e a chi lo riceve. La storia del Potlach nasce negli anni dell’avanguardia teatrale romana da una scelta di ricerca e sperimentazione. L’identità artistica del Potlach si è espressa contemporaneamente nella produzione di spettacoli di sala e di spettacoli di strada, e nell’attivazione di iniziative pedagogiche che hanno coinvolto l’insieme delle tecniche espressive e performative, dal clown, alla parata, al teatro musicale, in un continuo scambio di conoscenze con gruppi nazionali ed internazionali, alla ricerca di un profilo professionale capace di offrire spettacolo ad ogni tipo di pubblico. Dal 1991 il Teatro Potlach realizza il progetto Città invisibili in Europa e in America, che consiste in un lavoro teatrale “fuori dai teatri” che trasforma gli spazi quotidiani attraverso la scoperta dell’identità culturale del luogo e l’elaborazione dell’energia creativa dei suoi abitanti.