Pochi giorni fa sul nostro portale abbiamo pubblicato un articolo, poi ripreso anche da altri siti e testate giornalistiche ( Linea ferroviaria Orte - Fara Sabina/Montelibretti - Fiumicino Aeroporto: vergogna quotidiana) nel quale mettevamo in luce alcune delle difficoltà che i pendolari in transito sulla linea FM1 Orte - Fiumicino devono affrontare quotidianamente, in particolare quando inizia l’estate.
Oggi vogliamo aggiungere un altro piccolo aneddoto che, per chi viaggia ogni giorno, non racconta nulla di nuovo… purtroppo.
20 luglio 2009, stazione di Roma Tuscolana, sulla banchina del binario 4 numerosi viaggiatori aspettano il treno delle 17:50 proveniente da Fiumicino e diretto ad Orte, sorpresi: stranamente ancora nessun annuncio di ritardo.
Per poco. La solita vocina flebile, che chissà perché parla sempre durante il transito di qualche treno dimostrando che per fare il pendolare devi avere le orecchie buone, ci comunica che il treno arriverà con 15 minuti di ritardo e che il treno successivo è soppresso: un copione che, con alcune variazioni sul tema, diciamo pure “Esercizi di stile”, si ripete con successo da circa un mese.
Si può immaginare il piacere di tutti coloro che sono in attesa con 35 gradi all’ombra ed una giornata di lavoro sulle spalle… Pazienza.
Alle 18:05, puntuali nel ritardo, si parte: poteva andar peggio.
Ci va.
Dopo cinque minuti ci fermiamo prima di Roma Tiburtina, aspettiamo e, dopo una decina di minuti, accade un evento che ci sorprende: la voce del capotreno via interfono ci comunica che “causa guasto del treno xxxxxx (numero) la circolazione è perturbata...”
Perturbata…
Alessandro Manzoni non avrebbe saputo scegliere un termine con maggiore proprietà.
Evito di riportare i commenti dei passeggeri.
Tutti telefonano a casa per avvisare che faranno tardi...
Apprezziamo almeno il fatto che qualcuno si sia ricordato che i TAF (Treni ad ALTA Frequentazione) hanno un impianto di comunicazione interna e che questo può essere usato per comunicare ai passeggeri notizie sul loro futuro.
Dopo pochi minuti si riparte.
Arriviamo a Roma Tiburtina.
Questa volta per fortuna non dobbiamo trasbordare dal treno sul binario 1 a quello sul binario 4.
No.
Stavolta si fa al contrario, dal 4 all’1 (vi assicuro che sul treno metropolitano non ci annoia mai, venite a provare!)…
Ma si devono essere dimenticati dell’interfono e anche degli altoparlanti, perché nessuno ci dice di lasciare il treno; è l’istinto del pendolare che – dopo qualche minuto di attesa – ci induce a scendere e a chiedere al macchinista, nostra guida e salvezza, che cosa dobbiamo fare:
macchinista: “questo treno è stato soppresso!”
passeggeri : “Poverino…ci dispiace. E noi che si fa?”
macchinista: “Binario 1”
Corriamo sul binario 1.
Ci pigiamo dentro al treno come borlotti in scatola, ma con un’educazione, una calma ed un’attenzione nei confronti dei nostri compagni di sventura davvero paradossali, che non vogliono dire che siamo diventati saggi, filantropi e pazienti, ma stanno a significare solo che siamo così esasperati da non riuscire più nemmeno ad essere sgarbati od arrabbiati.
Solo qualcuno sbraita ancora, ma il clima generale è di rassegnazione frammista ad un lieve senso di speranza.
Dopo un po’ ripartiamo, comodamente alloggiati in 15 cm quadrati a testa.
Durante il tragitto la vocina automatica che si scusa sempre farfuglierà qualcosa a proposito di 44 minuti di ritardo.
I commenti li lasciamo a voi.
Buon viaggio!