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16 marzo 2008

Florian Teatro «Le magiche porte del castello - la favola di Bellindia e Barbablù»

Ideazione e regia: Mario Fracassi

Con: Martina Di Genova, Santo Cicco, Mario Fracassi e Germana Rossi

Musiche e canzoni di: Paolo Capodacqua e Germana Rossi

Costumi: Miriam Di Domenico Scene: Agnese Cattani

Quattro attori accompagneranno il pubblico attraverso la trama della vicenda della giovane bella e temeraria Bellindia e della favola di Barbablù giocando con le allegre canzoni scritte da Paolo Capodacqua e Germana Rossi, le burlesche scenografie del misterioso castello dell’avventura e gli stravaganti oggetti e pupazzi… dove una fanciulla da marito, per dirla con Collodi si convince che quella barba non è poi così blu…

Lo spettacolo, ispirato all’omonima storia di Perrault e alle conte, alle filastrocche, alle fiabe raccolte in Valle Peligna da Antonio De Nino, è come una sorta di inconsueto viaggio dentro i destini della giovane e bella Bellindia e del tremendo Barbablù. Nell'opera agiscano i due personaggi protagonisti che rappresentano il conflitto fra mondo maschile e femminile,

metafora di tutte le possibili opposizioni. La bella Bellindia inizialmente diffida di questo strano uomo, diverso, inquietante, ma poi sceglie di non vedere il mostro che la corteggia e per lei resta solo il compagno di giochi. Barbablù è un personaggio misterioso, "un mago mancato",

così evidentemente diverso da avere la barba blu, elemento inequivocabile della sua stranezza.

Barbablù seduttore, lusinga la fanciulla e non cela la propria diversità, addolcisce le spigolature e la mostruosità con il velo del fascino e la suggestione del desiderabile. Barbablù, principe castellano, ma mago di professione, accompagna la ragazza fin dentro le stanze più nascoste del suo castello… ma quando consegna alla donna la chiave di una stanza e nello stesso tempo le raccomanda di non entrare, intende mettere alla prova la fedeltà ai suoi ordini, ovvero a lui stesso. E così scopre che la sua fiducia è stata tradita. La natura del tradimento è intuibile dalla punizione... La poverina è sul punto di pagare per la sua eccessiva curiosità quando un «fortunoso» intervento la salva per il «fortunato» finale. Lo spettacolo parla del gioco e dell’amicizia, dell’infanzia e del mondo adulto, del dolore e dell’orrore che ognuno di noi può incontrare nella sua piccola quotidianità. La stessa porta vietata della favola di Barbablù diventa simbolo di un confine materiale di cui tutti noi vorremmo disporre, un

limite rassicurante e concreto tra ciò che è bene e ciò che è male, tra ciò che è ‘altro’ e incontrollabile, e un ‘noi’ perché “Confermando lo stile delle ultime produzioni, il Florian sceglie di lavorare con immagini forti ed evocative, ma anche con un testo costruito come meccanismo portante dello spettacolo, lasciando che la visionarietà delle situazioni non diventi inquietante”.

Il Programma dell'intera rassegna