Spettacoli, L'Intruso



Una società intrisa di stereotipi in un costante equilibrio tra realtà e follia

Il monologo supera la quarta parete spingendo lo spettatore ad identificarsi nel ruolo di giudice della vita del personaggio fino a decidere se considerarlo colpevole o innocente. Attraverso le immagini di un'infanzia mai vissuta e di una vita condotta ai margini di una società intrisa di un finto perbenismo, il protagonista si misura con le proprie angosce e frustrazioni, mostra i lati oscuri della propria esistenza e sfida lo spettatore a fare i conti con la società dell'apparenza, a comprendere come niente è ciò che sembra. I colleghi d'ufficio, osservati con maniacale accuratezza, mostrano i segni di una società intrisa di stereotipi in un costante equilibrio tra realtà e follia: dai volti "gioiosi e sorridenti" delle vittime dell'ipocrisia, passando per le puttane con contratto a tempo indeterminato, fino ad arrivare agli "uomini guida", la setta del potere che decide le nostre vite.

L'Intruso

di Davide Tassi. Regia di Francesca Rizzi

con Davide Tassi