Sagre e degustazioni, Festa del polentone



La prima domenica di Quaresima a Castel di Tora

Arriva la prima domenica di Quaresima e a Castel di Tora il polentone è servito! Aringa, tonno, baccalà e alici sono gli ingredienti con i quali, nello splendido borgo in provincia di Rieti, preparano il sugo di magro con il quale si condisce questa specialità. Domenica 18 febbraio torna puntuale la Festa del Polentone, una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi: forse non è un caso che il periodo che conduce alla Pasqua si apra con il racconto delle tentazioni, perché la ricetta del posto rappresenta un peccato di gola al quale è difficile resistere!

Nel borgo dal fascino magico che sorge proprio sulle rive del Lago del Turano, peraltro, la polenta non è solo un piatto povero tipico della tradizione contadina, ma una vera e propria istituzione: Castel di Tora è uno dei sedici paesi che compongono l’Associazione Culturale dei “Polentari d’Italia”, uniti dalla stessa voglia di riscoprire le tradizioni e confrontarsi attraverso questo piatto; il “Polentone di Castel di Tora”, oltretutto, ha ormai varcato i confini regionali al punto che sempre più spesso la Pro Loco viene invitata in altri paesi per offrire la degustazione di questa specialità.

Il 18 febbraio a mezzogiorno, all’interno di una comoda struttura al coperto, inizierà la distribuzione del famoso polentone; intrattenimenti folcloristici e musicali allieteranno l’intera giornata e i visitatori potranno anche curiosare fra gli stand dei prodotti agro-alimentari e di artigianato. Sarà insomma un’intera giornata all’insegna dei sapori di una volta e del clima di festa che solo nei piccoli borghi si riesce ancora a respirare, all’interno di una location suggestiva dove il tempo sembra essersi fermato.

Arroccato a due passi dal Lago del Turano, Castel di Tora fa parte del prestigioso club dei borghi più belli d’Italia e offre ai turisti angoli caratteristici e scorci mozzafiato. Al suo interno è possibile passeggiare passando sotto la torre esagonale medievale dell’XI secolo, adiacente al Palazzo Scuderini, e poi su per i vicoli che conducono a piazzette ben tenute e curate; e ancora scoprire mura e torrette trasformate in case e ancora archi, scalinate, grotte e cantine scavate nella roccia. Fino al 1864 il paese si chiamava Castelvecchio, poi si decise di legare il suo nome a Tora, antico insediamento sabino nel quale avvenne – nel 250 d.C. – il martirio di Santa Anatolia: a lei è dedicato un santuario, che si erge su una collina attigua al paese.